Quando trovi un ristorante cinese che cucina in maniera discreta, pensi che sia un raro miracolo ed invece, poi devi subito ricrederti quando la tua insegnante di giapponese ti parla di una certo Padiglione delle cicogne in via , dicendo che si tratta del e miglior ristorante cinese della capitale.
Così sono stato costretto a sacrificarmi per voi ed andare a provarlo.
Se volete andarci il consiglio è quello di prenotare perché anche qui pare sia sempre tutto prenotato. Il locale si trova in Via Giovan Battista Gandino 44, a due passi dalla fermata metro Baldo degli Ubaldi, dall’esterno è poco visibile, quasi anonimo, tranne un insegna verde anche elegante appiccicata sul vetro della porta di ingresso.
La ragazza cinese che ci accoglie è molto gentile e professionale nei modi e parla anche un discreto italiano, ci accompagna al tavolo in fondo al locale, e ci fa accomodare.
Il locale è luminoso e molto elegante, sobrio nelle pareti bianche latte e nei suoi grandi tavoli apparecchiati in maniera formale, con tovaglie bianche impeccabili, posate in metallo sospese su un comodo poggia posate, bicchieri eleganti ed un nastrino rosso che orna il tovagliolo bianco.a
Non ci sono molti tavoli perché non è un locale grande, ma quelli che ci sono sono tutti prenotati, quindi vi consiglio di chiamare con qualche giorno di anticipo, specialmente se volete mangiarci nel weekend.
Un grande vetrata ci permette di osservare i cuochi in cucina apparire e sparire con una incredibile velocità, maneggiano le stoviglie con precisione memorabile ed adornano i piatti con erbe fresche che fanno bella mostra sullo scaffale in fondo alla cucina.
Il capocuoco è uno chef cinese che la domenica mattina cura il reparto di cucina cinese al brunch del Rome Cavalieri Astoria Resort, una garanzia di qualità, gli altri due credo siano suoi allievi che dall’aspetto non sembrano affatto cinesi.
Le sedie sono delle vecchie sedie cinesi a forma di rombo, a prima vista possono sembrare scomode ma dopo un po’ ci si abitua e si capisce che sono più comode di quelle normali, non ci sono bacchette cinesi su nessun tavolo, ne deduco quindi che vadano richieste quando serve, una cosa che trovo un tantino fastidiosa in un ristorante cinese, per ora mi adeguerò facendo finta di niente, dato che non le chiede nessuno.
Per antipasto ordiniamo delle insalate con vari ingredienti diversi, sembrano essere dei piatti interessanti.
Simona prende un insalata di gamberi che si rivela essere molto bella ed elegante, impiattata in maniera moderna da ristorante gourmet, i gamberi sono freschissimi e si sente, si percepisce il sapore del pomodoro, della rucola e l’aroma del lemon grass che rende tutto più squisito, non c’è molto sale in modo da dare spazio agli alimenti presenti.
Il mio antipasto è invece un pollo fritto, accompagnato da un’insalata morbida aromatizzata agli agrumi, è impiattato anche questo in maniera elegante ed è fritto alla perfezione, croccante fuori, succoso dentro e non intriso di olio.
Per qualche motivo hanno dimenticato di portarci i ravioli alla griglia, speriamo che arrivino in seguito, sembra che in sala stiano facendo un po’ di confusione con gli ordini ai tavoli.
In una elegante porcellana bianca mi servono la zucca agropiccante, un classico della cucina cinese made in Italy, è di sicuro somigliante a quella degli altri ristoranti ma non si sente glutammato, e la densità è meno viscida, ci sono gamberi freschi e gli ingredienti sono saporiti.
Simona ha ordinato un riso all’ananas, è eccezionale, speziato e gustoso, non salato, con tanti gamberetti e la menta fresca che gli dona un piacevolissimo aroma, il riso è croccante, cotto a puntino. L’idea che mi sto facendo di questo ristorante è che sia poco cinese e tradizionale e molto più gourmet.
Per secondo ho ordinato un pollo al curry verde, abbinato ad un riso bianco che avevano dimenticato di portare e che ho dovuto reclamare. Il pollo è delicato e speziato, lievemente piccante, tenero all’interno e succoso, scuro all’esterno, a volte è così gustoso da sembrare perfino maiale. La porzione è generosa e servita in bellissimi tegami di terracotta nera.
I ravioli cinesi ci vengono finalmente serviti, anche se come dessert, sono ravioli classici e rispetto agli altri piatti non spiccano per eccezionalità, sono normali.
Dai piatti dei miei amici provo anche il pollo “Gon Bao“, è agrodolce e delicato, su un letto di riduzione di salsa di soia agrodolce, davvero un piatto interessante, ma il top in assoluto è l’Emincee di manzo con verdure, ha un sapore unico, che richiama il dolce della cipolla ed il sapore intenso dei peperoni, una vera magia per il palato che sarà il mio piatto preferito dalla prossima nostra sortita in questo locale.
Non prendiamo dolci perché sono tutti satolli e perché sembrano tutti troppo occidentali, ma chiediamo il conto che viene 124€ da dividere per 4 con scontrino fiscale incluso, senza doverlo chiedere.
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