Quello che si percepisce entrando da Bishoku kobo in via Ostiense è un non troppo interesse per l’arredamento. Il locale sembra incastrato negli anni 80 e da allora non aver mai subito una sorta di rinnovamento. Non c’è nemmeno un’atmosfera orientale, ma per fortuna non siamo venuti qui per osservare l’ambiente.
L’unico rimando alla cultura culinaria giapponese è la vetrinetta con la riproduzione dei piatti della cucina giapponese in cera.
La tovaglietta americana si ispira al Giappone, ci sono le foto di tutti i nigiri ordinabili, poi c’è un piatto bianco di porcellana, un porta salse e le bacchette.
Il menù è un cartonato gigante rosa ed il sushi per fortuna non è la sola cosa presente, quelli che sembra fare da padrone sono le zuppe, gli stufati, gli spiedini e tanti piatti di cucina un po più tradizionale.
Decido di aprire la cena con un insalata di pesce crudo, alghe e cetrioli. Un piatto fresco e molto saporito, impreziosito da questo condimento dove si percepisce un delicato accenno di aceto e limone e forse del Mirin per addolcire il condimento e renderlo ancora più speciale.
Per continuare con qualcosa di classico prendo gli Yakitori, uno stufato di pesce e verdure, una melanzana con pasta di Miso e del riso in bianco.
Il servizio è abbastanza rapido, ma nell’attesa trovo il tempo di sfogliare alcune riviste di cucina giapponesi che mi sarei volentieri portato a casa.
Quando arrivano gli Yakitori mi ricordano subito quelli del parco Yoyogi a Tokyo, sono grandi e lunghi e grondanti di salsa scura e aromatica.
Sono davvero buoni e la salsa ha un sapore intenso, si percepisce la sua anzianità di 18 anni, quell’aroma che la rende speciale.
La sorpresa più grande è però la melanzana con miso, tenera e succosa, si scioglie in bocca lasciando un gusto unico a metà tra il dolce ed il salato con dei toni di piccante dati dalla buccia di melanzana. Un piatto che non conoscevo ma che entra da subito nella classifica dei miei preferiti.
A questo punto mi aspetto che anche lo stufato sia fantastico ed infatti, non resto deluso, somiglia ad una specie di nabe, in una pentola bollente ci sono pezzi di salmone ed una verdura a foglie cotti in una brodo scuro al sapore di salsa di soia e Mirin.
Il gusto è intenso ed il salmone si scioglie in bocca, forse si percepisce un eccessiva sapidità ma il gusto è unico e rende ancora più particolare una cena che si discosta dal solito noioso sushi.
Non sono il solo ad essere entusiasta, anche tutti i miei amici di studi giapponesi sembrano soddisfatti e mi dicono che pure il Ramen non è affatto male, peccato non avere abbastanza spazio nello stomaco per provare a prendere anche quello.
Dopo un tempo infinito di chiacchiere tra amici, quelle che ti fanno perdere la cognizione del tempo. ci accorgiamo che siamo rimasti solo noi nel ristorante, così chiediamo il conto che è di 18€ a persona.
Raccolgo i soldi di tutti e personalmente mi reco da signor Aiuchi Takehiko, che gestisce il ristorante, per ringraziarlo e promettergli di ritornare presto per continuare questo interessante viaggio culinario.
AGGIORNAMENTI
Purtroppo questo ristorante ha chiuso per sempre i battenti, ma per fortuna la cucina di Aiuchi sensei è ancora disponbile a Roma, la potete trovare da Hiromi cake ad Ottaviano.
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