Nuvoletta alle mele con gelato
Un vero e buon ristorante cinese Hang Zhou da Sonia

Un vero e buon ristorante cinese Hang Zhou da Sonia

Se volete mangiare cinese a Roma non sono rimaste molte possibilità, dopo la conversione per motivi economici dei ristoranti cinesi in cino-giapponesi, la cultura cinese sta pian piano scomparendo, così come i migliaia di piatti tipici nazionali.
Per fortuna resta ancora qualche eccezione, come Hang Zhou di Sonia, in via Via Principe Eugenio 82, a pochi passi da Piazza Vittorio, Roma.

Forse questo ristorante è tra gli unici cinesi ad essere citato sul gambero rosso ed altre guide blasonate, in più molte riviste lo mettono tra i 10 migliori ristoranti cinesi d’Italia.
Il locale è molto semplice, le pareti sono di un giallo tenue con alcune cornici in stucco, la parte inferiore delle pareti è invece rivestita da una sorta di piastrelle in stile pietra colorata sempre sui toni del giallo terra,  ovunque sono appese foto di personaggi famosi venuti a mangiare nel locale che hanno voluto immortalare la loro immagine con quella di Sonia, la proprietaria, per lasciare un ricordo piacevole.

Per spezzare la monotonia del giallo ogni tanto ci sono appese delle lanterne cinesi in stoffa rossa.
Anche i tavoli riprendono il rosso delle lanterne nella sotto tovaglia scura con ricami floreali tono su tono. La tovaglia superiore è chiara, con gli stessi ricami. I tavoli e le sedie sono in legno scuro e la seduta è molto comoda, c’è il giusto spazio tra i tavoli che ti permette di avere un po’ di privacy.
Al tavolo non ci sono le bacchete ma delle classiche posate, se volete bisogna chiederle, sono quelle di plastica, più igieniche e riciclabili, perché possono essere lavate al contrario delle usa e getta in legno che in molti ristoranti ti vengono servite usate e poi lavate.





Dal menù ci si accorge subito che questo è un ristorante cinese diverso da quelli soliti, ci sono piatti che non avevo mai visto ne sentito ed insieme al menu c’è sempre il menù con i piatti di stagione e con gli speciali del giorno.
Qui ci vorrebbe un mese per provare tutti i piatti presenti, conviene cominciare facendosi suggerire qualcosa dal cameriere.
Sono tutti orientali ma parlano molto bene l’italiano e sono capaci a dare consigli e spiegare i piatti.
Prendiamo i ravioli cinesi freschi, sono una variante di quelli classici ma non sono fritti. Avvolti in una sfoglia sottile e delicata ci vengono serviti con tre salse tipiche, una piccante, una scura che non conosco ed una agrodolce. Sembrano fatte in casa, si sente la differenza con quelle solite degli altri ristoranti.


I ravioli sono davvero buoni, le verdure all’interno sono croccanti e si sente che sono fresche, sono ottimi accompagnati con la salsa agrodolce ma anche senza nessuna salsa, ricordano quelli vietnamiti ma sono meno umidi.





Tra le specialità peschiamo i ravioli con amaranto e pollo, sono tra i piatti di stagione e ci lasciano veramente sorpresi per il gusto. Il colore della sfoglia è rosato, il gusto è fresco e si sente il gusto della verdura ed un’aroma che prima non avevo mai provato che potrebbe essere dato dall’amaranto.


Anche quelli classici di carne alla piastra sono molto buoni e come gli altri sono tutti fatti in casa, per una volta mordendoli non vedrete schizzare fuori l’acqua residua di quelli scongelati.
Per primo Simona sceglie di provare un classico, le fettuccine alla piastra. In realtà sono molto simili a quelle degli altri ristoranti cinesi, tranne il fatto che sono meno condite, c’è poco sale e non si sente il sapore delle verdure fresche. Non si sente il sapore del glutammato che di solito è presente in grande quantità nei piatti dei ristoranti cinesi.



Prima di provare l’altro primo, decido di fare un salto al bagno e scopro una sala fantastica, dove al posto delle fotografie di personaggi famosi, sulle pareti è evidente la nostalgia per la patria ed il regime comunista. Ci saranno appesi un centinaio di calendari di stato con il volto di Mao Tse Tung e sulla parete in fondo c’è una specie di altare con un quadro rosso con gli ideogrammi dorati ed una statua d’oro di un personaggio che non conosco.


Il corridoio del bagno invece mostra tante piccole salette private che si possono prenotare per delle cene di gruppo, anche di lavoro dove non si vuole essere disturbati.
Il gusto degli spaghetti alla pechinese è molto particolare e delicato, si sente l’aglio ma non tanto da disturbare, il resto è un lievissimo agrodolce aromatico con piccoli pezzetti di vera carne bianca. La porzione è enorme, va bene anche per due persone ma riusciamo comunque  a finirla
La proprietaria, ormai conosciuta da tutti come Sonia è una persona squisita e molto socievole, conosce tutti i clienti e parla con tutti, passa tra i tavoli ed intrattiene tutta la sala mettendo tutti a proprio agio. Ormai è un personaggio famoso, viste le molteplici volte che è stata intervistata dalla TV, le guide culinarie e da molti giornalisti ma questo non le impedisce di restare sempre gentile ed amichevole.



Dopo i primi siamo sazi ma voglio provare ancora qualcosina, così mi faccio consigliare dal cameriere un maiale alla pechinese che è davvero lodevole. Viene servito in un vassoio con delle sfoglie di raviolo e le verdure tagliate a striscioline. Da solo devo prepararmi degli involtini usando le verdure e la carne cremosa. Davvero un ottimo piatto saporito e divertente da mangiare.



Tra le verdure di stagione c’è una certa verdura cuore vuoto, la ordiniamo per pura curiosità e scopriamo una verdura mai vista prima, ha il sapore che è un misto tra spinaci e cicoria ma ha gli steli cavi. Non avevo mai visto ne provato fino ad ora una cosa simile ed è un peccato che non si trovi nei supermercati. Ha un gusto intenso ed interessante e poi è una verdura, non fa ingrassare.



Non potevamo andar via senza provare un dolce, quello che chiamano il bacio cinese, o qualcuno il dolce a coniglietto. Ne scegliamo la versione ripiena di soia gialla. E’ un dolce davvero delicato, tenero fuori e caldo dentro, non è troppo dolce e per questo mi piace ancora di più. Viene accompagnato con la grappa cinese alle prugne, molto gustosa e delicata.


Dopo due caffè chiediamo il conto che è di 55€, poco più dei normali ristoranti cinesi ma la qualità è nettamente superiore, i piatti sono diversi e la soddisfazione provata unica. Ringraziamo Sonia promettendole di tornare presto a provare qualche altro piatto speciale.

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