Una volta arrivati nella piccola cittadina di Bracciano ci siamo fatti guidare dall’istinto per scegliere un ristorante per pranzo e la nostra scelta è ricaduta su un ristorantino non molto lontano dal castello che si chiama DaPatrizia e si trova in via Girolamo Tamburi 4.
Il ristorante è piccolino, composto da una sola sala di media dimensione ed un corridoietto che da sul bagno e la cucina. La gestione è familiare, in sala c’è un signore di mezza età molto simpatico, in cucina la moglie che dovrebbe essere la signora Patrizia.
I tavoli sono rettangolari ed ampi, imbanditi con una doppia tovaglia, bordeaux sotto e bianca di carta con eleganti disegni sopra. I bicchieri sono eleganti e con il vino vengono serviti i calici.
Non sono tanti i vini offerti ma sono discreti e tutti in bottiglia, provenienti dal Lazio e la Toscana.
Scegliamo di bere un pietraia laziale, un vino semplice a buon mercato.
Non chiediamo antipasti ma passiamo direttamente ad ordinare i primi piatti.
Il pane è fresco e croccante, si sente che è di giornata, lo usiamo per ammazzare l’attesa è ripararci lo stomaco dal vino a digiuno.
Sul tavolo all’ingresso, oltre ai contorni c’è esposta una cassetta piena di magnifici funghi porcini, che sono subito diventati la scelta obbligata di tre dei quattro primi ordinati. Simona invece preferisce provare il tartufo nero.
I piatti sul menù sono quelli tipici della cucina romana, più quelli del giorno scritti a penna su un foglietto, di solito a base di cacciagione, funghi porcini o tartufi, a seconda di quello che si trova al momento.
I miei genitori scelgono le tagliatelle io e Simona invece gli strangozzi che sono un tantino più rustici come formato.
Sia le tagliatelle che gli strangozzi ai porcini sono molto buone, certo non mi sembra pasta fatta in casa ma il sapore dei porcini riempie tutto il piatto è si sposa bene con il prezzemolo fresco tritato.
Quelli al tartufo di Simona, sono invece troppo delicati, il tartufo nero in scaglie non riesce a dare il suo sapore al piatto, che sembra un po’ anonimo.
Le quantità sono generose, servite in dei bei piatti dalla forma allungata.
La tagliata che hanno ordinato i miei genitori è al sangue ma la carne è tenera ed il sapore molto buono.
La scaloppina di Simona, cotta con un intero fungo porcino preso dal cesto è fantastica, quasi mi pento di non averla scelta anche io.
La mia trippa alla romana è ottima, il gusto della trippa è intenso e non si perde dietro quello del sugo molto delicato e del pecorino romano ben più deciso.
Per contorno mia madre prende dei carciofi in tegame alla romana che non sono affatto male ma il pezzo forte sono le patate al forno che sono state cotte direttamente insieme agli stinchi di maiale, prendendone l’aroma ed il sapore.
Evitiamo di provare il dolce perché stiamo scoppiando e ci limitiamo ad ordinare 4 caffè che vengono ammazzati con un fantastico amaro al tartufo che il proprietario ci offre alla fine dei giochi per allietarci dalla sorpresa del conto.
Un po barcollando paghiamo i 109€ ed andiamo via a visitare il castello di Bracciano.
Lascia un commento