Per passare un buon capodanno senza gli obblighi di dover cucinare decidiamo con due cari amici di andare in Umbria in un ristorante che per me é Simona é uno dei migliori del centro sud italiano. Per non dover macinare chilometri la sera di capodanno, decidiamo di prendere anche le stanze e di restare a dormire presso il ristorante, così prenotiamo due camere ed una cena di capodanno da Le Casaline a Campello sul Clitunno.
Quando arriviamo al ristorante, un disguido sulla prenotazione ci costringe a dormire in un convento li vicino ma per fortuna la cena di capodanno é salva, hanno ancora posto per noi.
Passiamo la giornata in giro per Spoleto e come ci avevano detto, alle 20:30 ci presentiamo al ristorante con una gran fame.
Il locale é un misto tra tradizione rustica ed eleganza, tra le travi di legno, sulle pareti in pietra ci sono quadri di ogni tipo, dall’arte moderna a quell’antica per finire con le stampe dei menù storici di capodanno e delle varie festività. organizzate dal ristorante.
I tavoli sono ampi ed apparecchiati con gusto e semplicità. Ci sono ampie tovaglie grigie che ricoprono i tavoli quasi fino a toccare il pavimento e su ogni tavolo, un drappo arancio o giallo oro contrasta con il grigio ravvivando l’atmosfera e donandole colore.
Le sedie sono rivestite di drappi di stoffa e come centrotavola c’é una bella candela rossa. La luce é soffusa ma si riesce a vedere bene quello che c’é nei piatti.
Siamo tra i primi ad entrare in sala ma in un attimo si riempie tutto il ristorante.
Mi lasciano l’annoso compito della scelta del vino. Scelgo un rosso di Montefalco non costoso dalla carta dei vini rigorosamente umbri, non siamo soli a cena e non vorrei imbarazzare nessuno con una scelta eccessiva.
Il vino arriva e chi deve provarlo sono io, cosa che da sempre mi imbarazza. Se scelgo un vino dalla carta dei vini come potrei dire che non mi piace? Per fortuna il vino non é male, il profumo é intenso e fruttato, il gusto non é troppo secco ma ha un gran bisogno di respirare, l’alcol lo soffoca.
Si comincia con un cornettino di pasta sfoglia ripieno di verdura di campo e salsiccia. E’ croccante e gustoso, forse un po’ piccolo e solitario del grande piatto e mi dispiace che duri un solo attimo.
Subito dopo ci servono una bruschettina con un ciuffetto di mousse di formaggi dolci alla nocciola ed il loro olio nuovo e l’accompagnano un un carpaccio di carciofi al pepe nero. L’olio della bruschetta é davvero buono e la crema di formaggio é così delicata da sembrare ricotta ma il pezzo forte sono i carciofi. Al primo assaggio resto completamente rapito da questo gusto intenso e fresco del carciofo, che non avrei mai immaginato di mangiare crudo.
Guardo il mio amico che non si pronuncia, mangia in silenzio assorto nei suoi pensieri e mi viene il dubbio che forse non ha gradito.
Anche Simona é preoccupata, abbiamo proposto noi questo ristorante e ci teniamo a fare bella figura. Così glielo chiede e ci togliamo il pensiero, é soddisfatto come a noi.
Dopo questi carciofi non credo ci sarà un altro piatto capace di stupirmi allo stesso modo anche se, questo ristorante é sempre capace di eccellere in ogni portata.
Arrivano infatti un mini panino al cioccolato bianco ripieno di lardo di Patanegra. L’impasto del panino é leggermente dolciastro anche se non riesco a sentire il gusto del cioccolato, sento invece il lardo che non mi aspettavo così delicato. Finisce subito lasciandomi un po’ malinconico.
Il vino ha respirato abbastanza ed ora scende giù che é un piacere, se continuiamo così non basterà per finire la cena.
Un altro piatto forte é il carpaccio di manzo con rucola selvatica, arancia e scaglie di parmigiano. Un eccellenza di sapori freschi ed intensi che riempiono il palato ed un po’ anche il cuore.
Il penultimo antipasto é un pecorino con miele di castagno, buono ma un po’ troppo banale rispetto a tutti gli altri decisamente sopra le righe.
Chiudiamo il giro di antipasti con un passato di ceci al rosmarino e ciauscolo. Una ciotolina di delicata crema di ceci che il ciauscolo rende più saporita ed interessante. Io avrei aggiunto dei mini crostini per aumentarne la consistenza sotto i denti ma anche così é buona.
Finiti gli antipasti siamo dubbiosi se azzardare la richiesta di un bis, più che altro a me sembra scortese ma Daniele si lancia nell’impresa chiedendo un bis di carciofi al cameriere. Un po’ sorpreso va a controllare in cucina e porta una nuova ciotolina di carciofi, della quale approfitto anche io.
E’ ora di fare sul serio, arrivano gli gnocchi al Sagrantino e guanciale di cinta senese. L’aspetto non é invitante visto che il colore é un vinaccio intenso ma il sapore é favoloso. Si sente il sapore delle patate ma soprattutto si sente il sapore del Sagrantino che gli da un tono agrodolce ed un aroma intensissimo.
Quando ripassa il cameriere ci vediamo tutti costretti a fare un bis. Daniele va oltre e li prende per la terza volta.
Il secondo primo é un classico, tagliolini al tartufo con velo di zafferano. Sono delicati e gustosi ed il tartufo é vero e non un surrogato. Questa volta sono io l’unico a fare il bis, avevo lasciato apposta uno spazio per godermi questo secondo piatto di tagliolini.
Quando servono la sella di cintino umbro in salsa di ripassa sono già pieno e mi pento di aver esagerato con i primi, sopratutto dopo che porto alla bocca il primo boccone. La tenera e bianca carne di maiale é resa eccezionale dalla gustosa salsa al vino. Il sapore é intenso e soddisfa pienamente le papille gustative, la carne é così tenera che si scioglie in bocca, la finisco tutta anche se sto per scoppiare.
Peccato per le lenticchie biologiche di Poreta che servite nel piatto con un secondo dal gusto così forte e deciso sono quasi sparite, messe in disparte.
Meno male che per contorno c’è un insalata di radicchio e melograno all’aceto di ribes, leggera e geniale sia nel colore che nel gusto. Delicata, saporita, perfetta per chiudere una cena così intensa e traghettarci verso il dolce.
Il dolce é una frolla al cioccolato con crema al mascarpone e pistacchio, favoloso e non eccessivamente dolce. La frolla è dura e croccante e si sposa bene con la morbida e delicata crema. Sul dolce c’è una spolverata di cacao dolce, giurerei si tratti di nesquik ma non posso esserne così sicuro. Lo finisco senza troppa fatica ed è sicuramente un dolce adatto a chiudere una cena così speciale.
A mezzanotte regalano ad ogni tavolo una buona bottiglia di spumante Asti millesimato Fontanafredda, brindiamo con tutti gli altri tavoli e la beviamo quasi tutta mentre fuori i fuochi d’artificio riempiono il cielo di colori.
Paghiamo i 40€ cadauno preventivati per il cenone e salutiamo il proprietario ed i camerieri per andare in cerca del nostro letto.
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