Approfittando del coupon, un pranzo indiano per due, siamo andati a pranzo da Asha Curry in via di Passo Buole 46 a Fiumicino.
Il ristorante mi ha sorpreso da subito, non sembrava di essere nei soliti ristoranti indiani, con tendaggi colorati ed un arredamento etnico.
La sensazione era quella di entrare in un lounge bar di design accattivante e moderno un po’ riadattato a ristorante indiano.
Sul lungo bancone erano inserite delle foto dell’india e di animali liberi in natura, ogni c’era qualche elefante e qualche arazzo colorato.
I lampadari erano di resina bianca semitrasparente, avevano la forma di tappi di spumante rovesciati, in un’altra zona invece erano c’era un’affollarsi di palle bianche di vetro lucido sospese dal soffitto.
Anche i tavoli erano moderni e ben imbanditi da drappi rossi ed arancioni. Le grandi e comode sedie in resina richiamavano il materiale dei lampadari a tappo.
Ci hanno subito fatto accomodare su un tavolo per 4 molto comodo ed abbiamo consegnato il nostro coupon di sconto che ci dava diritto a due pranzi indiani.
Dopo aver ordinato da bere acqua e birra, sono andato in bagno a lavarmi le mani.
I bagni erano puliti e spaziosi, tre per i maschi e tre per le donne. Nei bagni il colore predominante era dato da queste mattonelle marmoree nero lucido intervallate da greche fatte da piccoli quadrati neri con disegnata una rosa rossa.
Il lavabo era di quelli modernissimi in vetro colorato viola scuro ed il rubinetto era molto particolare, un intreccio di tubicini metallici partiva dalla base, si intrecciava e in aria e poi confluiva nel bocchettone d’uscita dell’acqua.
Un’eleganza moderna e lussuosa che mi sarei aspettato da un locale dark di tendenza piuttosto che da un ristorante indiano.
Tornato al tavolo ci stavano servendo delle salsine da gustare con un pane molto simile a quello carasau sardo, sottile e croccante.
Una salsa liquida aveva dei pezzettini di peperone ed un sapore delicato ma molto piacevole, un’altra invece era difficilmente decifrabile come sapore ma mi piaceva, sempre liquida e scura.
La terza salsina era quella piccante, aveva dei pezzi di peperoncino verde ed era molto gustosa, nemmeno tanto piccante confrontata quelle di solito serviteci in altri ristoranti indiani o messicani.
L’ultima era quella allo yogurt, più densa delle altre, molto delicata ma decisa, forse la preferita da Simona che continuava a mangiarla.
Quando si è accorto che in poco tempo avevamo finito il pane e stavamo continuando ad intingere nelle salsine i grissini torinesi trovati sul tavolo ci ha subito portato un secondo tipo di pane indiano, questa volta più morbido ed alto del precedente, una via di mezzo tra una piadina ed una focaccia al forno, anche migliore di quello precedente per inzupparlo nelle salsine.
Nel mentre è arrivato l’antipasto, un coreografico piatto composto da due giganti samosa, gli involtini di sfoglia fritti ripieni di patate e carne, quattro pezzetti di pollo fritto e due salsiccette dall’esterno rosso fuoco.
Il samosa era ottimo, la frittura della sfoglia esterna perfetta ed asciutta, non si sentiva per niente l’olio di frittura. Il ripieno era dominato da queste grandi patate a cubetti e da una verdura che non ho identificato.
Anche la salsiccetta dalla buccia rossa era buona, peccato fosse così minuscola.
Il primo, il secondo ed i contorni ci sono stati serviti insieme, l’usanza indiana prevede infatti che vengano consumati contemporaneamente.
C’erano due tipi di riso, uno più scuro da mangiare assoluto ed il secondo che serviva da accompagnamento al secondo ed ai contorni.
Abbiamo subito finito il primo riso, speziato e gustoso con un leggerissimo retrogusto di curry.
Il secondo riso è servito per accompagnare l’ottimo pollo al curry.
Anche verdure al curry erano buonissime, cremose e saporite, per farle venire così le avranno cotte in abbondante olio ma ne valeva la pena.
Infine la crema di melanzane, più leggera delle verdure al curry, perfetta per finire gli ultimi chicchi di riso ed i residui del pane rimasti.
La cosa che temevo di più era il dolce, non per il fatto che fosse fuori menù ma perché di solito hanno dolci veramente troppo dolci a base di miele o innumerevoli quantità di zuccheri e per finire fritti.
Invece ci sono stati serviti due bicchierini di dolce cremoso al cocco e latte, dolce ma non troppo, e degli assaggini di un dolce spumoso colorato e dolcissimo che preso in piccole non ha attentato alla mia glicemia.
Il conto prevedeva tra dolce e bibite 10€ di aggiunta al coupon, un prezzo non altissimo ma accettabile.
Abbiamo salutato il proprietario, ci siamo ringraziati a vicenda mentre ci elencava le serate di balli indiani del sabato sera e siamo andati via.
Non eravamo pieni da scoppiare ma soddisfatti, avevamo trovato un buon ristorante indiano non troppo lontano da casa, forse il migliore ristorante indiano tra quelli da noi conosciuti.
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