Non sapevo che nel cuore di Trastevere ci fosse una famosa pasticceria francese, ma appena l’ho scoperto ci abbiamo fatto un salto per un assaggio e dopo la prima volta, un altro salto e poi uno ancora e così via.
Le Levain si trova in Via Luigi Santini 22, una traversa che parte da Piazza San Cosimato, per colpa del covid c’è da fare la fila fuori, ma forse nonostante il freddo è la soluzione migliore, scegliere in un piccolo locale affollato, dove non riesci a vedere nemmeno il bancone non è mai troppo piacevole, invece questo contingentare gli ingressi rendere più piacevole il momento della scelta del dolce.
Il locale è piccolo, ci sono soltanto due vetrine piene di dolce ed un laboratorio alle spalle, parzialmente visibile. Sul lato sinistro del locale ci sono anche due tavoli in legno dove potersi fermare a consumare al volo, ma causa Covid non sono utilizzabili.
Se volete pranzare c’è di tutto, croissant salati per tutti i gusti, dal salmone ai salumi, baguette farcite, rustici francesi e le Quiche che io adoro, ma siamo venuti qui per i dolci e la scelta è incredibile, dalle torte mono porzione alle singole paste.
Nell’imbarazzo della prima volta però, incantanti da tutte queste meraviglie, decidiamo di andare sulla cosa più classica che ci sia nella pasticceria francese, i Canelet.
I prezzi sono veramente un po’ latini, ma la sensazione è che ne valga la pena, anche perché non è che Roma si piena di pasticcerie francesi, quindi si tratta pur sempre di qualcosa di raro.
Per consumare i nostri dolci, andiamo a sederci su una panchina di piazza San Cosimato, come fanno molti altri sfortunati avventori che non trovano nessuna altra soluzione più comoda.
Il Canelet è scuro e croccante all’esterno, leggermente dolciastro, si sente l’amaro del burro quasi bruciato mischiarsi con una nota dolce quasi caramellata, ma il gusto esplode quando si arriva alla parte centrale, umida e morbida, quasi cremosa, con un gusto che ricorda vagamente la crema pasticciera ed un aroma di vaniglia molto piacevole.
Questo è un dolce che ricorda vagamente il Babà napoletano, anche se è molto diverso e non è bagnato, d’altronde la dominazione francese deve aver lasciato o preso qualcosa, una contaminazione reciproca a favore del gusto.
Se non avete mai provato i Canelet, questo è il posto giusto per farlo. Ogni Canelet costa 2,20€, ma regala tanta soddisfazione e vi consiglio di farne una scorta per casa, tanto non si rovinano facilmente.
Un secondo giro
Presi dall’entusiasmo della prima volta ci siamo ritornati con frequenza settimanale, sempre portandoci dei Canelet come scorta per la colazione a casa, ma questa volta abbiamo deciso di provare dei dolci più complessi e moderni.
Il covid non se ne è ancora andato e quindi nemmeno questa volta possiamo sederci a tavolino a consumare, ma dobbiamo mangiare i dolci con le mani su una panchina di piazza San Cosimato.
Io ho preso un dolce dall’aspetto di un parallelepipedo dai bordi stondati, con dentro una piacevole mousse al cioccolato, non troppo dolce, ai lati fuoriescono delle scaglie di cioccolato bianco e nero, come dei vetri conficcati nel dolce che danno una nota croccante, ma sono forse troppo dolci, tutto il resto è morbida creata al cioccolato con nel cuore del dolce, un cubo di cioccolato fondente molto duro, che dovrebbe essere il trionfo finale del dolce.
Purtroppo anche se perfettamente realizzato, con la sua glassatura lucida, risulta troppo cremoso e dolce, al punto da stufare il palato e farti sentire sazio.
Simona ha preso invece un millefoglie molto classico. La sfoglia scura e spessa è molto croccante e friabile, nello strato sottostante c’è una delicata cream pasticciera, mentre quello superiore è farcito con una magnifica chantilly. Pura goduria per il palato e di sicuro una scelta migliore, rispetto al mio dolce in stile moderno.
Questa volta per la colazione del giorno successivo, oltre ai soliti Canelet che non devono mancare, abbiamo preso una crostata che si è rivelata fantastica.
La frolla esterna è croccante e sottile, la crema di mandorle amalgamata con i lamponi ed i mirtilli che danno un tocco di acidità all’interno, fanno un lavoro fantastico per le papille gustative. Torneremo per provare tutte le altre crostate e pure le Quiche.
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