Almeno due volte all’anno c’è la possibilità per noi comuni mortali di provare la cucina stellata a prezzi abbordabili. L’evento che permette tutto questo si chiama Taste of Roma e sia svolge nella splendida cornice del giardino pensile dell’auditorium parco della musica.
Noi non ci siamo fatti sfuggire l’occasione ed abbiamo acquistato due biglietti vip al costo di 55€ l’uno, per l’edizione autunnale, nel biglietto è incluso l’ingresso, un calice di champagne, un calice di birra dieci luppoli, una assaggio di cacio e pepe con tartufo fresco, una bottiglietta di acqua minerale, un finger food, la possibilità di prenotare le degustazioni nella lounge vip Diners ed una card con 25 sesterzi per acquistare da mangiare negli stand.
Le attività sono già tutte prenotate online, ma non si riesce a capire, come, dove e quando andavano prenotate, così ci limitiamo a quelle organizzate nelle aree vip.
Allo stand di cucina tailandese ci offrono subito un dolce glutinoso di riso con un mango di una qualità che non avevo mai visto prima, è davvero ottimo, poco dolce e gustoso, anche il mango è di una qualità meno dolce di quello comune e si sposta bene con il dolce dandogli una certa acidità e freschezza.
Ne approfittiamo subito dell’omaggio ed andiamo a prendere i tonnarelli cacio e pepe con tartufo fresco grattugiato al momento allo stand di San Pietro a Pettine. E’ davvero delicato il sapore del cacio, mentre il pepe si impone con la sua presenza imponente, il tonnarello è saporito, corposo e cotto al punto giusto, il tartufo si perde un po’, nascondendosi dietro l’odore forte del pepe che persiste nel palato.
Mentre gustavamo un ottimo champagne Piper-heidsieck, seduto al tavolo imbiancato della lounge Diners ci hanno offerto una tartina con crema di pomodoro. alici e scarola piccante, davvero buonissima e ben accetta.
Per stroncare gli effetti del calice di champagne che già si incominciavano a sentire abbiamo deciso di passare all’assaggio di un po’ di primi. Mi sono messo in coda al banco del Mirabelle hotel per prendere i tonnarelli, mentre i poveri camerieri e lo chef, sudavano al sole e dispensavano battute e sorrisi per tutti.
I tonnarelli di farro sono eccezionali, conditi con una crema di ai ricci di mare leggermente dolciastra ed una bufala affumicata che si è un po’ nascosta tra gli altri ingredienti, ottimo il pesto di pistacchi di Bronte, con molti pistacchi ancora interi a dare croccantezza e gusto al piatto, l’olio speziato della pipetta, si è perso con gli altri ingredienti, senza dare quel tocco in più al piatto che di per se era già ottimo.
Decido di prendere un secondo andando allo stand dell’osteria di Oliver Glowig. La sua coda di bue è strepitosa, in un guscio fritto e croccante si sprigiona tutto il gusto della carne tenera e sfilacciata, perfettamente accarezzata da una salsa al Baccarossa credo a base di patate e del sedano che dona quella freschezza e croccantezza al piatto. Il top del gusto e della soddisfazione per il palato, anche quello meno fine.
Il panino di zucca con spalla di maiale e la maionese al tartufo del Madama è buonissimo, non c’è nulla di lasciato al caso, perfino l’acidità della mela verde croccante, completa il sapore della morbida carne e si armonizza con la maionese al tartufo che è davvero una scoperta interessante come sapore.
Alle 14:00 comincia la nostra degustazione di birra moretti, ci fanno provare due 8 luppoli, una bionda agrumata ed una ambrata leggermente più amara e dalle note dolciastre, nessuna delle due birre mi entusiasma, ma possono andare comunque bene come birre da pasto industriali. Chiaramente dopo le birre siamo un po’ brilli e decidiamo di tornare a mangiare qualcosa, bisogna approfittare degli chef stellati.
Il primo della Pergola di Heinz Beck è come sempre incredibile, dei fusilli corti bucati della De Cecco, in una cremosa esplosione di gusto, tra polvere di funghi porcini, ragù di coniglio, una leggera crema di gran padano, ed una spuma di carote dolciastra eccezionale. Qui manca una nota croccante, è tutto troppo morbidoso anche se gustosissimo. Come sempre Heinz Beck è in giro per la fiera e tutti lo fermano per farsi un selfie, noi decidiamo di lasciarlo in pace, deve essere stressante dover fare centinaia di selfie con gli sconosciuti.
L’ultima scelta è stata forse la migliore da Achilli enoteca al parlamento, ho preso le cozze e vongole con petto di piccione, una purea di pere ed un brodo di vitello da bere dopo. Il gusto intenso delle cozze e le vongole con la loro sapidità si sposa perfettamente con il sapore forte e quasi selvatico di petto di piccione, messi insieme i due gusti si contrastano e completano, l’insalata li separa con dolcezza e dona delle note croccanti. Tutto viene addolcito da una delicatissima e dolciastra purea di pere, che smorza i toni intensi e sapidi del piccione e dei frutti di mare. Il brodo di vitello bevuto alla fine è delicato e pulisce la bocca, senza cancellare tutto il retrogusto del piatto appena mangiato.
Come coccola finale investo i miei ultimi 4 sesterzi in un gelato artigianale davvero incredibile, praticamene una caprese sul gelato. La gelateria è Gunther e se non l’avete ancora mai provata vi consiglio di farlo. Per questa volta ho preso due gusti, mozzarella di bufala e bottarga al quale ho abbinato pomodoro e basilico.
Entrambi i gusti sono poco dolci ma dal sapore intenso, niente a che vedere con le classiche creme, il gelato al pomodoro è freschissimo ed ha un aroma incredibile, con le note acidule del pomodoro quasi del tutto sparite. La bufala è più forte ed intensa ed ogni tanto resa salata da piccoli pezzettini di bottarga che le danno quel tocco in più di sapore. Davvero sempre una gran sorpresa questa gelateria artigianale.
Terminiamo la giornata con una degustazione di zacapa xo, la serie invecchiata in botti di rovere francesi di uno dei più famosi e buoni rhum sul mercato. Con l’omaggio di alcuni baci di dama al cioccolato amaro che si sposano a perfezione con l’aroma del rhum. Il colpo finale del gusto, l’aroma e della sbronza.
Prima di andare via prendiamo anche il calice omaggio della 10 luppoli Poretti ma non riusciamo a berlo, non ci resta che fare due passi e poi tornare a casa, apettando con ansia l’edizione primaverile dell’evento.
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