Approfittando della prima vera giornata di sole primaverile siamo andati a fare un giro al lido di Ostia.
Si stava davvero bene sotto un sole caldo ma non fastidioso, così verso l’ora di pranzo abbiamo deciso di fermarci a mangiare qualcosa in uno di quei localini con vista molo del porticciolo.
Dopo aver percorso tutto il molo senza trovare nessun ristorante che ci entusiasmasse per prezzi o tipi di pietanze offerte, abbiamo trovato verso la fine del molo un piccolo ristorantino che per qualche motivo è piaciuto a Simona.
Si chiamava Rossodisera con una scritta sottostante che diceva specialità marinare, aveva esposta una tabella dove c’era scritto antipasti 10€, primi 10€ e secondi 14€,
non mi sembrava eccessivo come prezzo, inoltre non presentava la solita lista bloccata di pietanze ma lasciava presupporre una scelta più vasta.
Ci siamo seduti in un tavolino al sole ed è subito arrivata una persona a servirci.
La sua gentilezza era estrema e nei suoi modi di fare si riusciva a percepire una grande esperienza.
Ci ha elencato tutta una serie di antipasti particolari che adesso non ricordo, alcuni secondi di mare ed dei secondi interessanti.
La nostra scelta tuttavia è ricaduta sulle cose più classiche che esistano, io ho preso uno spaghetto con le vongole veraci e Simona un risotto alla crema di scampi che ci era stato consigliato come fatto in casa.
Per non aspettare i primi mangiando solo pane abbiamo deciso di prendere anche un insalatina di mare come antipasto.
Ci volevano servire del vino ma da quando le nuove norme si sono così incattivite mi è passata la voglia di bere se devo guidare, così ci siamo accontentati dell’acqua.
In pochi istanti è arrivata l’insalatina di polipo, insaporita da carote, sedano, prezzemolo ed olive nere, davvero delicata e gustosa grazie ad un olio molto saporito con cui era stata condita. Nemmeno il pane era male, croccante e saporito, qui a Roma capita spesso che servano del pane raffermo, cosa che un ristorante non dovrebbe mai fare. Se avessi un ristorante mi procurerei sempre del pane fresco a costo di cucinarlo personalmente.
Il tempo di gustare con calma l’insalatina e ci è stato servito il primo. Sono rimasto deluso nel vedere che lo spaghetto a vongole era bianco, da buon campano sono abituato a mangiarlo con i pomodorini freschi.
Lo spaghetto era al dente, spesso come piace a me, l’olio saporito e le vongole belle fresche e tutto sommato l’ ho mangiato con piacere.
Non ho potuto far assaggiare gli spaghetti a Simona per la sua allergia ai molluschi ma ho infilato la forchetta nel suo risotto un paio di volte per provarlo. Il risotto aveva un sapore deciso ma troppo dolciastro per i miei gusti, per questo motivo non prendo mai creme di scampi, per me il pesce deve essere realmente presente nel piatto…
Le quantità dei primi erano generose e non deludenti, finalmente un posto dove il cibo oltre a fartelo assaggiare lo servono.
Mentre mangiavamo il primo si è avvicinato un secondo signore molto simpatico che ama molto chiacchierare e creare un rapporto amichevole con i clienti, ci ha raccontato di aver appena intrapreso questa avventura del ristorante e che avevano ancora non erano del tutto organizzati.
Era il primo giorno di apertura e a quanto pare parte del cibo servito era originariamente destinato a loro e non per i clienti.
Mentre chiacchieravamo del più e del meno gli abbiamo chiesto se ci faceva preparare un secondo, l’odore di frittura di mare pervadeva l’aria e nonostante la scelta varia di secondi ci spingeva verso una scelta obbligata e suggerita dallo stesso proprietario.
Cosi abbiamo ordinato la nostra bella frittura di gamberi e calamari che è arrivata poco dopo, portata direttamente da uno dei cuochi della cucina.
Aveva ragione il proprietario a consigliarcela, era un fritto delicatissimo, non unto, con calamari freschi e gamberi già sgusciati nella parte della coda. Un piacere per il palato ed una soddisfazione per lo stomaco che ancora la possibilità di riempire lo spazio rimasto.
Dato che dagli altri tavoli avevamo sentito parlare di fragole con panna o gelato, abbiamo deciso di ordinarne due coppette per chiudere in bellezza.
Solo che il titolare è ritornato a chiacchiere e ci ha raccontato la storia del tiramisù fatto preparare alla madre, che ha convinto Simona a cambiare le sue fragole con una porzione di tiramisù.
Le fragole erano buone ma il tiramisù davvero speciale, uno dei migliori degli ultimi tempi, forse il migliore di sempre, si sentiva un retrogusto predominante di caffè e la crema per la farcitura non era quella stucchevole e solida mascarponata bianca che si pianta come un mattone sullo stomaco. Era una leggera crema color caffè con retrogusto al cioccolato che lo rendeva speciale.
Così quando il simpatico omone è tornato per chiederci se ci era piaciuto il tiramisù gli abbiamo chiesto oltre al conto, di presentarci la madre.
Prima di andare via, ha insistito per offrirci un liquore, il Gambrinus, ha detto che lo comprava per lui ma gli faceva piacere offrircelo, non l’avevo mai provato e ne ero incuriosito.
Effettivamente un liquore piacevole come fine pasto, da servire freddo, con un intenso gusto di ciliegia amara, non troppo alcolico che acquisterò quanto prima per servirlo come tocco finale nelle cene organizzate per gli amici.
Abbiamo pagato il conto e siamo andati via soddisfatti, una cinquantina di euro in due, che per un pranzetto di pesce non sono poi eccessive qui a Roma ma nemmeno economiche, diciamo oneste.
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